In questi giorni, a sentir parlare di crisi, di ultimi giorni disponibili, di prossima fine del mondo, al più tardi domani, quando dopo che l’Italia si è presentata in Europa solo con una lettera d’intenti, ci sarà la prova delle borse, provo una strana sensazione.
Strana davvero – è un misto di paralisi e trepidazione.
Come quando si vede l’acqua ritirarsi, dalla spiaggia, scorrere in rivoli
indietro,
lasciando la riva asciutta, accarezzando i granelli di sabbia; che sembra si stia muovendo per magia, l’acqua, tanto è volenterosa di unirsi, di mostrare nudo
il fondo del mare.
Che uno pensa che non torni.
Torna, torna.
Rombando, inarcandosi come una bocca; alta come una casa,
l u n g a c o m e l ‘ o r i z z onte.
E tu non puoi fare altro che rimanere fermo, lì, sapendo che fuggire è inutile, e applaudire ad una cosa del genere, con il cuore che si riempie di meraviglia ancora prima che i polmoni si riempiano d’acqua.