Valpurga è un’antologia di racconti di sapore horror-fantascientifico, disponibile su internet gratuitamente, per un totale di 172 pagine.
Cosa accadrebbe se Roma fosse cancellata da una bomba sperimentale? Distrutta nello spazio di un istante, cosa resterebbe dell’Urbe, quale sarebbero le conseguenze per lo Stato Italiano, e per l’Europa intera? Sei autori tentano di rispondere a questa domanda, ciascuno con la propria personale versione, che copra un arco di cinquant’anni dall’esplosione, che ha lasciato dietro di sé un enorme cratere, nel quale si agitano strane forme e strane forze. Con il tempo, si è venuta a creare una città di infami e mostri attorno a ciò che rimane del Grande Raccordo Anulare.
Questa, è Valpurga.
La prima risposta la dà Angelo Benuzzi, con il racconto Nemici Diversi, in cui un manipolo di soldati scelti, guidati da un militare che sembra il frutto dell’amore tra John Rambo e un pezzo di acciaio, si avventurano nel cratere lasciato dall’esplosione, in cerca di chi, o che cosa, sta maciullando i team di recupero mandati tra le poche macerie della capitale…
Il racconto si sviluppa bene, ed è uno dei più riusciti, sia come stile, sia come descrizione e sia come sapiente uso di dettagli militari, tra cui i nomi delle armi; pecca nel finale, che viene lasciato aperto, senza una possibilità di comprendere davvero la storia. Ma forse fa parte del tono dell’antologia – ad ogni modo, ottimo racconto, forse l’unico che sia riuscito davvero ad avvincermi emotivamente.
La seconda risposta la dà Giuseppe Cilluffo, con il racconto Homo homini Lupus, che narra delle conseguenze dell’esplosione in un paesino vicino a Roma, e dalla lotta per la sopravvivenza dei suoi abitanti…
Qui invece, non ci siamo proprio. I personaggi sono abbozzati, anche il protagonista sembra preso da una confezione da sei al supermercato, ritagliato sulla figura dell’eroe pronto da scaldare – e se la cosa potrebbe essere in parte giustificata dal tentativo di appoggiarlo sulla figura di Elia e della fondazione di Roma, non fa che risaltare il contrasto, privandolo di ogni valore epico.
Apprezzabile il tentativo di descrivere lo sfascio di una società lasciata a marcire, ma alla fine è un tentativo fallimentare.
Con il terzo racconto, Pioggia, di Cristiano Pugno, risaliamo la china, ma non di molto. Narra la storia di un mutato, Spartaco, un uomo che si è modificato a causa delle radiazioni della bomba, e che cerca di modificare la sorte di quelli come lui, abbandonati a morire. Al suo fianco, non avrà niente di meno che il Vicario di Cristo…
Pioggia è leggermente migliore del precedente, ma presenta troppi PoV inutili, come quello della donna che viene aggredita, e che non serve a nulla per lo sviluppo della storia; inoltre, il finale è decisamente troppo aperto, e non dà informazioni sufficienti a comporre un mosaico adeguato. Riuscito a metà, in quanto le descrizioni sono buone, ed il ritmo è ben gestito.
La quarta risposta è di Danilo Oberti, con Cuore Tenero, la storia di un colonnello straniero che viene incaricato di fermare il regime di sfruttamento che negli anni si è imposto a Valpurga, a causa della scoperta di grandi quantità di tecnezio, minerale utilissimo per le comunicazioni e la conduzione elettrica.
Ovviamente, sono i mutati ad occuparsi dell’estrazione, ma la cosa comincia a non andare a genio ad un generale italiano, che impone al colonnello e ai suoi uomini di far provare agli aguzzini lo stesso terrore delle vittime…
Buona prova, questa. Il racconto funziona, è forse un po’ stiracchiato ed i personaggi sembrano stridere un pochino l’uno con l’altro, specialmente la figura del protagonista, un po’ troppo “duro fuori, tenero dentro” da filmetto per essere del tutto credibile. Ma ci si diverte, e questo basta.
Con il quinto racconto ci spostiamo ancora più avanti nell’asse temporale, e Andrea Scatena fornisce un racconto davvero molto buono con Dead Man Walking, in cui si ipotizza che uno, uno solo dei morti sia sopravvissuto all’esplosione, rimasto congelato in un tempo tutto personale, fino a quando l’ennesimo torto nella miniera a cielo aperto di Valpurga non porterà a cambiare le cose…
E le cose cambiano davvero: Dead Man Walking è ottimo, funzionale nelle descrizioni e nei dialoghi e presenta il personaggio affascinante dell’uomo morto con i capelli bianchi, che riesce, alla fine, a dare una svolta al proprio destino e a quello degli altri. Senza dubbio una lettura piacevole.
Arriviamo al gran finale. Un finale con i controcazzi, a metà tra favola giapponese e profezia per il futuro, Chusingura Sci-Fi, di Enzo Milano, che si contende con Nemici Diversi la palma per miglior prova della raccolta.
Avviene che, tra i mutati di Valpurga, ve ne sia uno speciale, uno cieco ma capace di percezioni psichiche e dotato di abilità eccezionali, allevato da un gestore di spettacoli gladiatorii tra mutanti. Ma quando il sangue di questo mutato rischia di invadere il resto del mondo, è tempo per lui di lasciare l’arena e prendere in mano le sorti di due specie: quella mutante e quella umana…
Chusingura Sci-Fi è un’ottima, ottima prova: buone le descrizioni e i dialoghi, ottimi i personaggi, sia il protagonista con la sua visione aliena e “superiore” delle cose, sia il gestore di scontri, personaggio davvero tridimensionale e tragico nella sua stupida avidità.
Resta da capire la piccola incongruenza tra il nome del protagonista, Rei, e la conclusione molto “romanesca” del finale.
Alla fine, di Valpurga resta un buon sapore in bocca: un’antologia di sei racconti, di cui due da scartare, uno buono e tre ottimi, non si vede tutti i giorni. Il mio consiglio è di vedere da voi, e provare ad immergervi in un futuro in cui Roma, alla fine, resta il centro del mondo.
Potete scaricarlo qui.
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Enzo Milano ha detto:
Grazie del feedback, è un piacere sapere che ti è piaciuta.
Shaggley ha detto:
Prego 😉
Piacere mio alla fine
Benvenuto!
Angelo Benuzzi ha detto:
Ciao, prima di tutto grazie per aver dedicato del tempo al ‘nostro’ lavoro. Il progetto Valpurga è largamente sperimentale e mostra qualche pecca, questo al di là del gradimento per questo o quel racconto. Mi sento tirato in causa sia come autore che come curatore e accorro a ‘difendere’ la mia creatura. 🙂
Lo scenario è radicale anche se non innovativo e come gruppo di autori abbiamo a suo tempo deciso di seguire una linea temporale piuttosto estesa piuttosto che limitarci al primo periodo post esplosione, questo ha come conseguenza il dover basare l’ambientazione dei racconti in scenari via via più distanti da quello che conosciamo, il che comporta azzardare proiezioni sempre più fantascientifiche.
Lo scopo del progetto era e rimane quello di intrattenere e di divertici noi per primi nel creare un insieme autonomo di storie. Va anche tenuto presente che nessuno di noi può dirsi un professionista del settore. Personalmente ho intenzione, prima o poi, di narrare il pre Valpurga. Ne verrebbe fuori una bella storia a tinte forti, sospesa tra il pulp e il thriller catastrofico. Per ora l’idea è lì che matura pian piano…
Shaggley ha detto:
Avete fatto benissimo; non ho parlato della struttura antologica proprio perché non la conoscevo, e quello che dici getta qualche nuova luce sulla genesi di Valpurga.
Come curatore, ti sei occupato anche degli intermezzi?
Angelo Benuzzi ha detto:
Yes, me ne assumo oneri & onori. 🙂
Cristiano ha detto:
Ti ringrazio per l’ attenzione al lavoro che ci ha visto impegnati per molto tempo, sopratutto a creare una time-line coerente. Per quanto mi riguarda hai ragione, rileggendolo adesso taglierei molto del mio racconto lasciando la narrazione più lineare.
Se sei rimasto soddisfatto del lavoro ti invito a cercare altri lavori (tutti in scarico gratis) dei protagonisti di questa antologia.
P.s. mi chiamo Cristiano e non Sebastiano…
Shaggley ha detto:
Ops. Chiedo venia.
Correggo subito 😉
Benvenuto su Regola per Sopravvivere!
Gian_74 ha detto:
Lodevole e interessante iniziativa ma il titolo fa un po’ “cagare”. Si può dire? 😉
Shaggley ha detto:
Dire, si può dire. Basta che tu riesca a correre più rapidamente degli autori! 🙂
Giuseppe Cilluffo ha detto:
Non ho idea di che valore epico ci volevi trovare… mi spiace che tu non abbia trovato nella storia quanto avresti voluto leggerci… ma avresti forse dovuto scriverla tu, allora.
La figura di Elia e della fondazione di Roma (?) non ha nulla a che spartire, il nome del protagonista deriva da quello di mio nipote. L’iniziativa, come ha spiegato Angelo nasce come divertimento tra amici del forum e questa è la ragione dei numerosi inside joke che non ci aspettavamo che venissero capiti fuori dalla cerchia degli autori.
Può un poco spiacermi che il mio racconto non ti sia piaciuto, ma in fondo non ho alcuna velleità letteraria, nè il mestiere degli altri autori. Ho però come l’impressione che la tua lettura sia stata un poco superficiale.
Lo dimostra il fatto che anche il mio cognome è stato riportato in maniera errata.
Shaggley ha detto:
Il valore epico era relativo ad una mia interpretazione, allora. Non sapevo niente di inside jokes.
Quanto al cognome, le mie scuse: ho qualche problema con l’hardware del computer, in questi giorni.
Provvedo subito 😉
Giuseppe Cilluffo ha detto:
Ma è proprio questo il nocciolo della questione… la tua interpretazione!
Che il racconto ti sia piaciuto o meno rientra nel tuo diritto di pensarla come vuoi.
Che il giudizio dipenda da cosa pensavi di trovarci dentro è invece un “pre-giudizio”, che personalmente non considero accettabile.
In ogni caso grazie per la pazienza di aver letto i nostri racconti.
Shaggley ha detto:
Per come intendo io la critica, no: l’interpretazione di un racconto, di un romanzo, di una qualunque opera letteraria avviene nel momento stesso in cui avviene anche la lettura (interpretazione e percezione coincidono). Pertanto, la mia interpretazione non è un processo “a posteriori” o “a priori” (un pregiudizio), ma avviene assieme alla lettura. Un esempio: ho interpretato Elias come l’Elia del mito in virtù dei nomi quasi uguali, della descrizione (bello come un dio greco, forte e coraggioso, ma anche nobile di cuore), delle sue azioni, di Sabina, del tema della città, del padre, con cui giunge in fuga – tutti elementi simili all’Elia mitologico; in base a queste informazioni, durante la lettura, e solo ad un certo punto (a metà del racconto, circa, quindi non si tratta di un pregiudizio) ho associato le due idee.
Spero di essermi spiegato al meglio: il mio giudizio non è dipeso da ciò che “pensavo di trovarci dentro” (se potessi immaginarmi tutti i racconti che leggo, adesso sarei ricco e famoso :)) ma da una serie di errori stilistici e di incongruenze logiche riscontrate durante la lettura; se vuoi sapere di cosa si tratta, nel dettaglio, possiamo parlarne benissimo.
Posso dire una cosa sulla velleità letteraria? Sarà solo una mia idea, ma secondo me non importa la volontà con cui uno si accinge a scrivere un racconto, quanto il processo della scrittura, ovvero evitare refusi, errori, riscrittura fino alla morte eccetera, tutto il lavoro di editing che viene dopo – oltre ad una buona struttura di base. In fondo è per questo che gli scrittori possono migliorare, che ne abbiano velleità o meno.
Scoprire gli errori ed indicarli è il compito della critica: selezione naturale sugli autori, fino a che non migliorano a forza di botte. 😀
Quanto alla pazienza di leggere i racconti, è stato un piacere.
Giuseppe Cilluffo ha detto:
Scusa ma quale sarebbe questo Elia mitologico? Di quale mito stiamo parlando?
Parliamo del profeta biblico? Del Vescovo longobardo di Aquileia del VI secolo dopo cristo?
Cosa a che fare Elia con la fondazione di Roma? Vedi che gli assunti non erano corretti?
Il mio protagonista (bello come la madre, non come un dio greco) è il figlio di mia sorella!
Il mio racconto nasce dalla visita al borgo in cui è ambientato (esiste veramente ed è come lo ho descritto, ti consiglio di recartici per una visita) la cui cupa atmosfera ben si addiceva con la realtà di una comunità isolata, in cui si giunge quasi alla formazione di una setta e alla dinamica di dominazione psicologica (e non solo) da parte dei personaggi Alfa. Se avrai l’occasione di leggere trattati sociologici sulle sette capirai che quanto ho immaginato è conforme alle dinamiche che si instaurano in comunità che si isolano (volontariamente) dalla realtà circostante.
Quando parlavo, infine, di velleità letterarie mi riferivo al fatto che il racconto che hai letto è il secondo che ho mai scritto nella mia vita. E, come nel caso del primo, con lo spirito di fare una cosa divertente tra amici. Non ho mai trovato il tempo nè l’ispirazione per scrivere altro, purtroppo, o per fortuna!
Per chiudere: nello spirito, comunque, di migliorarsi (ma occhio che di botte ne prendo poche) mi farebbe piacere quali sono gli “errori stilistici e di incongruenze logiche riscontrate durante la lettura”.
Hai la mia mail, scrivimi… sono sicuramente interessato a parlarne con te. Saluti.
Andrea Scatena ha detto:
Credo mancassi solo io qui.
Vorrei in primis ringraziarla per la recensione. Dopo tutto questo tempo fa molto ma molto piacere.
Valpurga è una antologia. Interamente basata su un concept forse non originale, ma sicuramente ci siamo spinti dove blasonati scrittori non hanno osato arrivare.
Tutto ha un senso nella timeline: una timeline molto dilatata nel tempo dove il punto finale finale non è.
Ha sempre evidenziato come i racconti siano tutti più o meno aperti.
Ma questo è voluto. Fin dall’inizio. Sotto la guida attenta di Angelo che ha permesso che tutto rimanesse coeso (abbiamo speso un paio di mesi solo a definire la timeline, senza aver ancora scritto una riga dei racconti) è nata l’intelaiatura partita dal più classico dei “what if”: e se la Città Eterna fosse cancellata dalla faccia della Terra? E se un altra città sorgesse ai bordi del sua tomba? Se invece di essere una splendida fenice fosse una disgustosa parodia? E se…?
Ognuno di noi ha voluto esplorare un piccolo angolo di questo “what if”… cercando di dare le prime pennellate a un affresco che secondo noi ha grandi potenzialità, e non credo ci sia presunzione in queste parole.
I finali sono volutamente aperti perché i protagonisti delle nostre storie hanno solo iniziato un cammino.
Angelo vorrebbe scrivere del pre-Valpurga. io proseguire il percorso di un uomo che non è mai morto, e che sembra non poter morire… E penso che anche gi altri abbiano nel cassetto altre storie.
Poi la vita ci porta magari su altre strade, perché non siamo scrittori professionisti (vabbé, a parte Enzo 😉 )
Ma su Valpurga non è detta l’ultima parola… Non ancora
Grazie di nuovo.
Shaggley ha detto:
Prego; piacere e dovere. Sulla faccenda dei finali aperti, un altro tassello va a posto. Ad ogni modo, sarei curioso di leggere qualcosa di nuovo da parte vostra. Nel caso, fatemi sapere per mail o per commento, sarò felice di assaporare (e recensire).
Buon lavoro e benvenuto su Regola per Sopravvivere.
Infine: dammi del tu. Ho un po’ di imbarazzo quando mi danno del lei su internet… 😀
Cristiano ha detto:
Se vuoi leggere un racconto mio lo puoi scaricare (gratis) da qui:
http://www.innovari.it/scads.htm (genova per noi)
Poi ci sono altri racconti in formato POD ma se ti interessano te li invio via mail
Ciao
Andrea Scatena ha detto:
Ok, vada per il darsi del tu… essendo la prima volta che venivo sul tuo blog non mi sono permesso la confidenza 🙂
Solo una precisazione: il protagonista non è morto… il punto è proprio questo, dovrebbe esserlo ma non lo è…
e passati circa 50 anni in un non ben precisato istituto medico senza mai invecchiare, sottoposto a centinaia di esami senza una apparente soluzione dell’enigma, viene dimesso nelle strade di Valpurga e da li…
Tutto qua.
Un saluto
Il Guardiano ha detto:
“Non ho idea di che valore epico ci volevi trovare… mi spiace che tu non abbia trovato nella storia quanto avresti voluto leggerci… ma avresti forse dovuto scriverla tu, allora.”
Per la serie, fallo tu allora visto che sei così bravo a criticare. Yeah… Vi amo tutti ^_^
Shaggley ha detto:
Beh, io ti amo 😀
Giuseppe Cilluffo ha detto:
Mi sembra che ancora una volta si voglia dare per inteso ciò che non è stato capito.
Confondere ENEA con un qualsiasi personaggio di nome Elias ha totalmente fuorviato il giudizio del recensore che ha creduto di ravvisare un remake dell’Eneide, quando in fondo non era nemmeno “l’Eliade”.
Forse è inutile ripeterlo… ma son convinto che la credibilità della recensione ne risulti fortemente compromessa.
Sono sempre in attesa di una mai da parte di Shaggley
Shaggley ha detto:
Confondere ENEA con un qualsiasi personaggio di nome Elias ha totalmente fuorviato il giudizio del recensore che ha creduto di ravvisare un remake dell’Eneide, quando in fondo non era nemmeno “l’Eliade”.
Il Guardiano ha detto:
Perché via email? Mi interessano sempre le recensioni autopsia.
Perché non discuterne qui?
Shaggley ha detto:
Perché questa è stata una richiesta specifica dell’autore, quindi faremo un confronto faccia a faccia. Se poi gli andasse bene di farla pubblicare come “esempio” del tipo di critica che faccio (un po’ come quando si appendevano le teste dei caduti sul Ponte di Londra :D), magari lo farò, e potrebbe venire fuori un articolo molto, molto interessante… vedremo.
Enzo Milano ha detto:
Se ti interessa ti segnalo la mia vetrina con gli eBook gratuiti:
http://www.compraebook.it/autore/ebook/124/biografia-autore.html